giovedì 12 aprile 2012

Il racconto erotico. Intervistia a Luciano Biorci.


Da qualche tempo il sesso e l’erotismo hanno molto più risalto nelle nostre letture, anche nel mondo romance c’è stata questa svolta e la temperatura dei romanzi più letti è salita di parecchi gradi. Oggi però non voglio affrontare l’eros al femminile, in realtà ormai lo conosco bene, quello che mi incuriosisce è cercare di capire come un autore, maschio, affronti l’esperienza di scrivere un racconto erotico.

Per questo ho chiesto a un’autrice di romance, e un’amica, Patrizia Ferrando, di intervistare il suo compagno, Luciano Biorci, e presentarci il personaggio da lui creato per la Lite Edition.

Quando hai cominciato a scrivere?
Scrivo da sempre. Dedicandomi ad altro, però. Sono giornalista pubblicista da oltre vent’anni, anche se è una trentina che collaboro alle testate giornalistiche della mia provincia di residenza, l’alessandrino.
In passato, ho accarezzato l’idea di intraprendere anche la carriera di soggettista e sceneggiatore di fumetti, ma senza fortuna. Conservo ancora le lettere delle case editrici che bocciavano i miei progetti: sono un modo semplice ma efficace per effettuare bagni di umiltà nei momenti di esaltazione…

Come ti è nata l'idea di combinare l'horror/ paranormal con l'erotico?
Tutto nasce da una conversazione con la mia compagna Patrizia, in cui cercavamo spunti per storie di tutt’altro genere. Pensando ad un incontro misterioso, in una galleria d’arte, ecco che è nata Sara, con tutti i suoi problemi, presenti e futuri.
Però, trovo che nelle mie storie il versante paranormale sia preponderante rispetto a quello horror: Sara vive delle avventure quasi oniriche. Soprattutto nella seconda, ‘Sara al Concerto’, non si sa bene dove inizi la vicenda realmente vissuta e dove sfumino le visioni. Forse è per questo che è il racconto che preferisco, tra i cinque che ho scritto
Dove trovi ispirazione? Come crei i personaggi?
L’ispirazione è tutta intorno a noi, nella vita che viviamo tutti i giorni. Da lì escono fuori i migliori personaggi. Del resto, c’è chi ha scritto (mi si perdoni eventuali inesattezze, visto che sto citando a memoria) che gli sceneggiatori italiani hanno smesso di scrivere buoni film da quando hanno smesso di prendere il tram, dove potevano ascoltare le vicende della gente comune.
Personalmente, sono riuscito a trovare spunti da notizie curiose, piuttosto che da situazioni particolari vissute di persona: magari, si tratta di cose messe da parte, per un giorno, o magari per anni, e tirate fuori al momento giusto…
Per i personaggi il processo è lo stesso: non ho grandi esempi da seguire, mi bastano persone con i vizi, i problemi e, perché no, pure le virtù, di tutti….

Quali letture pensa influenzino il suo stile?
Nell’ambito del paranormale, dell’horror e della fantascienza ho alcuni miti intoccabili: Shirley Jackson, Richard Matheson e Philip K. Dick, oltre all’inarrivabile Stephen King. Leggo però di tutto, a partire dai fumetti.
Passando poi al cinema, trovo che alcuni registi abbiano raccontato in modo particolarmente efficace storie horror o gotiche: Kubrick e Fellini, quando si sono cimentati nel genere, ci hanno lasciato delle chicche imperdibili; amo molto anche il John Landis de ‘Un Lupo Mannaro Americano a Londra’, oltre che l’intera filmografia di John Carpenter; che dire poi del cinema di genere inglese e statunitense degli anni ’50? Ci sono capolavori irripetibili, come ‘L’Invasione degli Ultracorpi’, che a mio modo di pensare non sono facilmente etichettabili…

Progetti futuri?
Vincere la mia pigrizia sarebbe un grande traguardo… Scherzi a parte, avevo intenzione di proporre alla Lite Editions, che già ha pubblicato le avventure di Sara, un altro personaggio al femminile, decisamente più pericoloso di lei ma, a mio modo di vedere, anche più simpatico.
Poi ci sarebbero altri sogni nel cassetto, da vedere pubblicati sconfiggendo la mia indolenza. Di questi, il più ambizioso è quello rappresentato da un’Ucronia riguardante il nostro Paese…


Direttamente dalla tastiera di Patrizia, leggiamo cosa ne pensa un’autrice rosa di questi racconti e come vede lei Sara, la protagonista:


Le avventure di una donna spregiudicata, che si trova, all’inizio in modo del tutto inconsapevole, a contatto col paranormale, con una dimensione non terrena; presentati in questi termini, i racconti della serie “Sara, il miraggio dei sensi” potrebbero suscitare in primo luogo una curiosità da lettrice: come appare una donna “a tinte forti” a un narratore uomo, come un punto di vista femminile su esperienze anche esplicite può essere raccontato da un uomo? Eppure, fin dalla prima avventura, la storia di Sara ci propone conflitti che non si fermano all’eros. Intanto, incontriamo una donna certamente disinibita, e che attraverso la fisicità e la sensualità, crede di poter possedere, conoscere, vivere tutto quanto la circonda. Molto presto, però, dapprima incredula e poi stupita, Sara dovrà accorgersi che attraverso i sensi e l’attrazione fisica possono manifestarsi contatti che niente hanno a che fare col tangibile. Non è detto, tuttavia, che quello generato dall’impatto col mistero sia il più grande dei suoi dilemmi: incontrare l’amore, imparare ad attribuire ai gesti del piacere un valore più alto, accettare di spogliarsi delle proprie corazze, per dare e ricevere fiducia, tenerezza, complicità, prendere atto che un amore vero non esclude paura e sofferenza sono probabilmente gli ostacoli più grandi con cui Sara si confronta, passando dall’eccitazione degli incontri enigmatici alla coscienza del proprio destino.


Direttamente dal sito della Lite Editions:







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