Il
Falco e la Rosa la nuova raccolta romance scritta da sette autrici italiane,
edita Mondadori edicola nella linea Classic, è stata regalata e presentata alle
partecipanti della Vie en rose, il 24 Marzo 2012, a Firenze.
Non so
se qualcuna di loro l’ha già letta, quindi vi prego, se vi va, di comentare qui
e lasciare i complimenti o gli appunti per le sette autrici.
Ero
curiosissima di capire com’era nata l’idea e soprattutto come si fossero
organizzate. Come sapete ho lavorato insieme ad altre autrici/bloggers per dei
racconti a sei mani a volte, e ricordo che non fosse affatto facile conciliare
tre teste.
Loro
erano sette… come avranno fatto? Ho fatto loro tre domande per farci raccontare
l’idea base e le difficoltà incontrate. Leggiamo dalle parole delle sette
regine del romance italiano com’è stata quest’avventura!
Ho letto che la raccolta si sviluppa in peridi diversi ma seguendo lo
stesso filone. Su quale periodo si incentra la tua storia e come l'hai scelto?
Miriam Formenti
Io ho scelto il Medioevo, un periodo
che mi affascina molto. Senza
ripensamenti ho immaginato un crociato tornato in patria ricco di gloria e di
denaro, e dal
momento che sarei stata la prima a raccontare la storia della famiglia
Monfalco si è deciso di comune accordo con le colleghe che sarebbe stato il mio
protagonista a costruire il palazzo.
C’era tuttavia una questione che mi
tormentava: la mia storia era davvero troppo lontana da quella dell’amica Paola
Picasso, che mi seguiva. Fra un racconto e l’altro passavano circa 250 anni. Ho
quindi deciso di creare la storia nella
storia e ho scritto un breve racconto ambientato nei primi anni
del ‘400 che introduce la storia del
crociato Lanfranco di Monfalco e della sua sposa, che per la famiglia sono già leggenda.
Paola Picasso
Quando ci è stata prospettata la
possibilità di scrivere la storia di una dinastia fiorentina, ho chiesto
immediatamente il 1450 perché erano gli anni di Lorenzo il Magnifico, uno degli
uomini più illuminati della storia. Intorno a lui si erano raccolti i più
grandi artisti che siano mai esistiti e questo ambiente così particolare mi entusiasmava.
Ornella Albanese
Il mio racconto, Il
principe delle tenebre, si svolge nella Firenze del 1500. La scelta
del periodo è avvenuta all’ultimo momento e del tutto casualmente. Le mie
amiche si aspettavano che scrivessi di Medioevo ma io avevo appena finito la
revisione de L’anello di ferro e volevo cambiare periodo. Ho trovato un piccolo
spazio nel 1500 e ho subito scelto di avventurarmi in questo secolo per me
nuovo.
Mariangela Camocardi
Ciao Libera, grazie. Per me ambientare un romanzo in un certo periodo del passato piuttosto che in un altro non ha mai rappresentato un problema. Mi piace esplorare la Storia della nostra Italia perché c'è una tale ricchezza di eventi e personaggi che un autore ha solo l'imbarazzo della scelta. Ne Il falco e la rosa il '600 fiorentino e io ci siamo trovati a combaciare per esclusione dalle altre epoche scelte dalle colleghe, semplicemente. Ed è così che ho scoperto una Firenze affascinante e inquietante nel contempo: l'Inquisizione tiene saldamente in pugno la città più degli stessi Medici che la governano, e una delle sue vittime più celebri è Galileo Galilei.
Theresa Melville.
Il mio racconto si chiama Guardami ed è ambientato
nel 1746. In quel periodo, dopo secoli di governo mediceo, un sovrano straniero
si impose al Granducato di Toscana. Per quanto Francesco di Lorena, e
soprattutto la consorte Maria Teresa D’Austria fossero regnanti “illuminati”, i
fiorentini si trovarono alle prese con cambiamenti difficili. Mi sarebbe
piaciuto approfondire questo contesto, ma per motivi di equilibrio narrativo,
delicato trattandosi di un testo breve, ho preferito lasciare l’ambientazione
storica sullo sfondo a beneficio dell’intreccio sentimentale. Il mio racconto è
infatti incentrato sul rapporto d’amore tra i due protagonisti, Gemma di
Monfalco e Federigo Malaspina di Fosdinovo. Si tratta di un legame contrastato,
che influirà non poco sulle vite dei due giovani e su quelle delle rispettive
famiglie, divise da antichi rancori di origine controversa.
Maria Masella
La mia storia si svolge nel 1865, a
Firenze, con ricordi ambientati a Palermo nel 1860.
E’ un periodo storico che mi piace e
mi sembrava giusto dedicare almeno un racconto ai pochi anni in cui Firenze è
stata capitale d’Italia. Comunque la
risposta a questa domanda è strettamente collegata alla successiva.
Roberta Ciuffi
Io volevo l’ultimo racconto della serie, perché la mia passione sono i
cambiamenti, e avevo deciso che quello sarebbe stato il momento della svolta
nella storia dei Monfalco. Pensavo quindi che l’ambientazione sarebbe stata
tardo ottocentesca. Invece la prima scena che mi è venuta in mente è stata
quella di una fantastica automobile che attraversava le stradine di Firenze,
con a bordo due eleganti giovani, freschi sposi. Facendo delle ricerche, mi
sono innamorata della Rolls Royce Silver Ghost, una macchina prodotta però nel
1907. Quindi ho spostato la storia più in avanti, nel 1910.
Com'è nata un'idea di questo tipo e come ti sei trovata a svilupparla?
Miriam Formenti
Come ho già detto, la scelta di un crociato come protagonista è
stata immediata. Non così la sua compagna, una schiava che a suo tempo doveva
essere una semplice servetta.
La storia di Lanfranco di Monfalco e
della sua schiava inizia 8 anni dopo la fine della quarta crociata, quella che
non ha mai raggiunto la Terrasanta e che si è chiusa a Costantinopoli.
Deciso a tornare in Patria, lui cerca
una schiava che possa accudire la sua bambina e compra Rosa per due motivi: il
primo perché é pisana, e saprà insegnare a parlare la lingua italica alla
piccola. Il secondo perché prova pietà per quella creatura abbruttita da sei
anni di schiavitù, senza immaginare che lei saprà conquistare non solo il cuore
della bambina, ma anche il suo.
Paola Picasso
Individuato il periodo storico l'idea
delle storia è stata una conseguenza. Il mio protagonista non poteva che essere
un sostenitore e un difensore del Magnifico, un animo nobile e coraggioso e
Lei, una donzella in gravi difficoltà.
Ornella Albanese
L’idea è stata del
nostro editor, Marzio Biancolino, in occasione de La Vie en Rose dello scorso
anno e la bellissima città di Firenze è diventata l’ambientazione ideale.
Sviluppare il progetto si è rivelato avvincente ma impegnativo. I tempi si sono
dilatati, mi è quasi sembrato di vivere l’ultimo anno in costante simbiosi con Il
falco e la rosa.
Mariangela Camocardi
Tutto nasce al Boscolo, diventato hotel ma che in origine era la signorile
dimora di una famiglia nobile. L'editor Marzio Biancolino, noi stesse, ne
abbiamo subito il fascino al punto da concepire al suo interno una saga
familiare riscritta da noi sette, autrici e amiche da anni. Per quanto
riguarda il mio racconto, ho considerato, non per la prima volta,
come in certe epoche bastasse davvero un nulla per attirare la sgradita
attenzione del Santo Uffizio. Così ho immaginato una donna Olivia, dotata della
capacità di guarire con le erbe e disponibile ad aiutare il prossimo.
L'altruismo, però, finisce solitamente per scontrarsi con l'ingratitudine
umana, ed è appunto sul dualismo generosità/meschinità che ho
voluto dipanare la narrazione di " PER AMORE DI UNA STREGA."
Naturalmente esistono uomini capaci di far sognare una donna al primo sguardo,
e Lapo di Monfalco è esattamente il tipo d'uomo che seduce irradiando
magnetismo e sensuale mascolinità, e a cui nessuna riesce a resistere,
neppure Olivia.
Theresa Melville.
Questo soggetto è nato dal desiderio di misurarmi
con una storia diversa da quelle che mi identificano come autrice, e mi
riferisco a vicende avventurose, rocambolesche, piuttosto realistiche. In
questo racconto affronto tematiche diverse, e descrivo un rapporto sentimentale
caratterizzato proprio dalla “diversità” dei due protagonisti. E’ stata una
scrittura emozionante e impegnativa. Le lettrici mi perdoneranno se non entro
nei particolari, ma non vorrei rovinare loro la sorpresa.
Maria Masella
Dopo aver concluso il racconto per
l’antologia risorgimentale ho dovuto abbandonare Bruno Morego, personaggio
secondario… Capita di amare un proprio personaggio! Nel 1860 partiva con i
Mille: volendo scrivere una storia con lui come protagonista la scelta
dell’epoca è diventata obbligatoria. Essendo una storia della casata dei
Monfalco, allora la protagonista doveva essere una nobile fiorentina. E’ nata
Cate, di carattere quanto Bruno. E’ una fiorentina appassionata, che non si
tira indietro, mai.
Roberta Ciuffi
L’idea era nell’aria, dopo l’antologia precedente. Volevamo fare qualcosa
per il San Valentino del 2012, poi l’editor dei Romanzi, Biancolino, ha
lanciato l’idea di celebrare il numero 1000 della pubblicazione con
un’antologia dedicata a Firenze, il luogo dove ci trovavamo in quel momento.
Per me le antologie non devono essere un’accozzaglia di racconti messi
assieme, ma seguire un filo conduttore, così come avevo già fatto per la mia
natalizia. Perciò la proposta di seguire una famiglia nel corso della sua
storia l’ho trovata stuzzicante.
Ho collaborato spesso a lavori a più mani e so che non è affatto semplice.
Anche se voi non vi siete incrociate sugli stessi personaggi, avrete dovuto
comunque confrontarvi per la continuità delle storie, giusto? Come vi siete
organizzate?
Miriam Formenti
Non è stato facile, lo ammetto, ma tuttavia
è stato divertente. Abbiamo scambiato fra noi decine di mail sul palazzo con la sua torretta, sul medaglione, sullo stemma, sui nomi…
E nonostante tutto a lavoro finito abbiamo dovuto correggerci ancora. Il
medaglione era colorato o no? Stava su
una faccia o su due? Una porta stava a destra o a sinistra? Com’era infine il
giardino? Insomma, a pensarci ora mi
viene da ridere e mi dico che è stata una bella avventura.
Ti ringrazio molto per questa
intervista, cara Libera, e abbraccio con affetto tutte le amiche che ci
leggeranno.
Paola Picasso
Per quello che riguarda la stesura
dei racconti, le mie colleghe e io ci siamo tenute in stretto e costante
contatto telefonico e via mails. Si dovevano concordare decine di
particolari: l'ubicazione del palazzo Monfalco, la sua struttura e quella dei
giardini, i nomi degli antenati e la discendenza diretta o indiretta dai
predecessori. Persino il medaglione che passa da donna a donna della famiglia è
stato oggetto di lunghe dissertazioni. Faticoso? Certo, ma anche stimolante. Un
gran lavoro, momenti di intesa e altri di discussione, ma alla fine si
raggiungeva sempre un accordo. E' stato bello,anzi, indimenticabile. Ciao,
grazie dell'ospitalità. Paola Picasso
Ornella Albanese
Sì, ci siamo mosse
all’interno delle nostre storie con discreta libertà, ma abbiamo sempre dovuto
fare i conti con i collegamenti tra un racconto e l’altro. Ecco, questi
collegamenti sono stati molto laboriosi e hanno richiesto un numero sterminato
di mail. Sembra incredibile, ma decidere come doveva essere il medaglione, se
dipinto o inciso, decidere la struttura del palazzo, la via, persino il nome
del fantasma… tutto è stato oggetto di scambi continui, a volte accesi, spesso divertenti.
Questo progetto comune mi ha fatto apprezzare sei autrici di talento, ma mi ha
fatto anche conoscere in modo approfondito la loro realtà di donne.
Mariangela Camocardi
A essere sincera, tutto sommato si è rivelata un'esperienza molto
istruttiva sia a livello umano che professionale. Siamo state
collaborative come più non si potrebbe malgrado i frangenti abbastanza
ostici che, com'èra inevitabile, si sono avvicendati quando abbiamo
dovuto coordinarci sui punti chiave che legavano tra loro le singole
storie, plasmandole in un vero e proprio romanzo. Ma caspita se ci siamo
divertite al momento di stabilire come doveva essere il ciondolo destinato alle
spose Monfalco, la galleria dei ritratti e i vari ambienti del palazzo. Ciascuna
di noi ha ideato e scritto il suo racconto in modo da farlo coincidere
con quelli delle altre in una narrazione fluida e avvincente.
Ora la parola passa alle nostre affezionate lettrici. Sono troppo ottimista se
confido fermamente nel loro gradimento? Da autrice italiana spero
fervidamente che il tifo per il made in
Italy aumenti sempre di più, e in maniera così esponenziale da sbaragliare
la concorrenza fin troppo agguerrita con cui dobbiamo effettivamente
confrontarci da anni. Siamo brave e competitive anche noi,
dopotutto.
Theresa Melville.
Ci siamo confrontate su tutto, non solo sulla
continuità delle vicende, e non è stato facile. Bisognava evitare ripetizioni
sui caratteri dei personaggi, sulle ambientazioni e sulle trame. Abbiamo
comunicato sempre per posta elettronica e per telefono. Ci siamo scritte decine
di mail al giorno. In pratica, eravamo costantemente in contatto. Non abbiamo
sorriso tutto il tempo; abbiamo anche discusso, del resto era prevedibile.
Siamo tutte autrici d’esperienza, molto diverse una dall’altra, con caratteri piuttosto
forti. La stima reciproca, l’amore per il nostro lavoro e la guida di Marzio
Biancolino ci hanno portato fino in fondo. Con tutto il cuore spero che il
romanzo abbia successo. Ringrazio Libera per l’ospitalità e mando un caro
abbraccio a lei e a tutte le lettrici. Theresa Melville
Maria Masella
Avevo una lunga esperienza di lavoro
di gruppo, perché sono una ex insegnante. Questa volta è stato diverso, più
difficile ma più emozionante. Molte scelte dovevano essere comuni: il nome
della famiglia, la collocazione del Palazzo, alcuni elementi ricorrenti che non
posso anticipare ma le lettrici ritroveranno. Personalmente avevo alcuni
problemi in più: far agire come protagonista un personaggio già presente in una
storia precedente (ma è stato un piacevole problema) e dovermi raccordare
TANTISSIMO soprattutto con Roberta Ciuffi che ambientava la sua storia non
molti dopo la mia. La psicologia di alcuni personaggi è stata delineata quasi a
quattro mani in modo tale che fosse coerente in entrambe le storie, ma,
soprattutto, come io ho cercato di preparare il terreno alla sua storia così lei
ha “dato un futuro” alla mia. Ma come
posso dimenticare Paola Picasso (siamo quelle che hanno scritto per prime)? Il
suo roseto… E non posso aggiungere altro se non “divertitevi a trovare gli
incastri che abbiamo seminato per tutto il “romanzone”, come lo chiamavamo fra
di noi!
Roberta Ciuffi
A dire il vero, in modo un po’ caotico. Abbiamo buttato giù delle sinossi,
affidate a Maria Masella che verificava di continuo le aggiunte e i
cambiamenti, però poi ognuna ha cominciato a scrivere la sua storia a seconda
dei propri impegni, senza seguire l’ordine cronologico. Così chi aveva, per
dire, gli ultimi periodi, ha terminato il proprio racconto avendo a
disposizione pochi accenni su quello che le altre, che dovevano scrivere i
racconti precedenti, intendevano fare. Questo ha comportato necessariamente un
lavoro finale di aggiustamento, riallaccio di fili penzolanti, eliminazione di
ridondanze o cose che all’inizio sembravano utili e si sono rivelate superflue,
aggiunte a posteriori. Devo davvero ringraziare Maria per la pazienza nel
ricostruire di continuo i nostri volubili schemi!
Come
potete notare le risposte delle autrici seguono l’ordine cronologico dei
racconti.
Allora
voi che avete già la copia tra le mani la state leggendo?
Cosa
potremmo dire di più alle altre lettrici per invogliarle ad acquistarla?
Aspetto
i vostri commenti!
infinite email? ognuna aveva il suo saluto: io ero quella che salutava con "ciao pupastre!"
RispondiEliminagrazie per l'ospitalità. mi sono divertita a leggere le risposte delle colleghe e spero che vi divertiate con il "romanzone"
un "ciao pupastre!" anche a voi.
maria masella
Grazie Libera, hai fatto un bel post.
RispondiEliminaNon aggiungo altro a quello che è già stato scritto, solo un altro abbraccio a te e a tutte le amiche che verranno a trovarci sul tuo blog.
Miriam Formenti
Cara Libera, ti ringrazio per l'opportunità di presentare sul tuo blog l'antologia. Credo che mai come in questo caso le lettrici potranno sbizzarrirsi nel commentare, aspetto quindi con ansia i primi pareri. Un caro saluto a tutte.
RispondiEliminaTheresa Melville
Grazie a voi autrici per la vostra disponibilità e per scrivere tante belle storie che ci fanno sognare.
RispondiEliminaAbbraccio ricambiato.
Bello "ciao pupastre"!
Aspetto trepidante i commenti insieme a voi...
Arrivo sempre ultima perché la barca con cui navigo su Internet fa acqua da tutte le parti. Desidero percò ringraziare Libera per la bella ospitalità, salutare le "pupastre" di cui sento giàla mancanza e le lettrici che mi auguro apprezzino il nostro lavoro. Un abbraccio a tutte, Paola Picasso
EliminaCiao Libera, siamo una vera coalizione, noi sette, inossidabile per altro. L'anno scorso una lettrice ha dichiarato che preferiva astenersi dal leggere il mio racconto risorgimentale perchè ho scritto la storia di due gemelle. Stavolta ho evitato gemelle&co, mi auguro che mi leggano tutte. ^_^
RispondiEliminaGrazie per il supporto.
Mariangela Camocardi
Ah, ma siete tutte qui? Allora mi unisco anch'io ai ringraziamenti a Libera per l'ospitalità e il bel post che ci ha dedicato!
RispondiEliminaOrnella Albanese
Ornella se non c'erano tutte non ti univi? :-P
RispondiEliminaGrazie donne, siete tutte in gamba e come autrici e a livello personale.
Regalate solo e sempre emozioni!
Adesso però vorrei leggere qualche commento ai racconti... dove sono le lettriciiiii????????
Voglio sapere del famoso medaglione!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Libera, ti avevo ringraziato in privato e pensavo di intervenire in po' più in là! Ma non ho resistito al richiamo del gruppo!!!!
EliminaMi sono appena procurata l'antologia, e mi accingo a leggerla con la stessa attitudine con cui si attende di gustare qualcosa di buono...ma l'ho voluta "assaggiare",non ho resistito, e mi ha colpita l'atmosfera densa di dettagli vivi, come in una vera e propria saga, l'incontro con personaggi resi a tutto tondo e stagliati su uno sfondo storico che profuma di verità...tanto che non si avverte quel cambio brusco di tono che a volte caratterizza le antologie a più mani. E questa presentazione corale mi è piaciuta molto!
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