Incontriamo Caterina
Armentano, per conoscere una nuova autrice emergente, parlare del suo
romanzo, Libero arbitrio, e conoscere i suoi progetti futuri.
Ciao Caterina, cominciamo con qualcosa di facile, anche se un po’ banale, descriviti in cinque righe.
Sono una testarda, determinata che
porta a fine sempre i suoi obiettivi. Potrei accontentarmi di vivere una vita
semplice e invece mi metto sempre in discussione, cerco sempre di migliorarmi e
di andare alla ricerca di stimoli nuovi.
Credo che un po' tutte le donne amino scrivere, nell'adolescenza soprattutto, è un modo per conservare i propri pensieri, sogni desideri. Quando hai capito che era una passione vera e non un hobby?
Credo che un po' tutte le donne amino scrivere, nell'adolescenza soprattutto, è un modo per conservare i propri pensieri, sogni desideri. Quando hai capito che era una passione vera e non un hobby?
Veramente me l’hanno
fatto capire. Anche dopo aver pubblicato la mia prima opera non avevo ben
capito in cosa stavo per incappare. Io non ho mai scindo la scrittura da me. Io
scrivo. Io creo universi. Ho iniziato, crescendo a rendermi conto che gli
altri, e non parlo solo di amici, si emozionavano e alcuni rimanevano sbalorditi
quando leggevano quello che scrivevo. Io mi chiedevo cosa ci fosse da
entusiasmarsi, per me era ed è come camminare, parlare. Poi un docente
universitario, che rispetto e ammiro, mi ha detto a bruciapelo che avevo stoffa
e che questa stoffa andava lavorata in un certo modo … hanno iniziato a
tremarmi le gambe!
Come nascono le tue
storie? E come crei i tuoi personaggi?
Da un’ intuizione,
da una parola, una canzone, da un film. Dalla signora in fila alla cassa, alla
posta o dal dottore. Dalle storie delle mie amiche, dalle birichinate dei miei
nipoti. Nasce dalla percezione che ho di me e del mondo che mi circonda, dalla
donna che non vorrei essere e dalla gente che mi piacerebbe conoscere, non
perdere oppure allontanare. Le storie si imbastiscono, giorno per giorno, un
pezzetto di stoffa alla volta a volte basta un profumo, un ricordo, una voce
oppure il silenzio o il caos. Tutto è animato da possibilità di creatività e da
ispirazione.
In Libero arbitrio
ci sono diversi modi di approcciare la vita.
Qual è quello che
ti ha segnata di più nello scriverlo? Le tue esperienze e il tuo modo di essere
quale storia/personaggio hanno influenzato di più?
Mi piace la
ribellione di Ester, il suo non farsi incatenare. Allo stesso tempo apprezzo la
capacità di Rebecca di non farsi condizionare dagli altri e anche Marianna che
ha il coraggio di dire no, quando tutti da lei si aspettavano qualcos’ altro. È
vero in Libero arbitrio ci sono diversi modi di approcciarsi alla vita ma sono
convinta che per capire quale sia il “nostro modo” è necessario vivere “quelle
esperienze”, fare scelte su base empirica sarebbe azzardato. Il mio essere, la
mia vita hanno condizionato tutti i personaggi perché anche chi è lontano luce
da me ha pur sempre qualcosa che mi appartiene.
Quali sono autori/autrici che ami leggere? E come le tue letture influenzano i tuoi scritti?
Dickens, Allende, Marquez, Maraini,
Funke. Ne dimentico sempre qualcuno perché adoro i classici ma non disdegno la
letteratura contemporanea, neanche quella più leggera e frivola. Quando ho la
necessità di sentirmi leggera, di ridere un po’ leggo Kinsella e altri ritenuti
dai critici “non scrittori” nonostante le vendite.
Ad oggi nessuno. Ho superato quella
fase da tanto. Le mie opere non sono influenzate da chi leggo, cerco di
distanziarmi dalla tecnica di altri. Io desidero avere e crearmi un stile tutto
mio e inventare storie che possano caratterizzare quello che intento dire.
Parliamo un po’ di sogni ed aspettative. A cosa stai lavorando? (sono molto curiosa eh?!)
Parliamo un po’ di sogni ed aspettative. A cosa stai lavorando? (sono molto curiosa eh?!)
In questo momento
sono totalmente sopraffatta dai libri per via dello studio. Sono alla fine del
mio percorso di studio ( una tappa direi) e sono esausta. Ho dovuto anche smettere di
dedicarmi ai miei due amati romanzi: uno fantasy, l’altro di narrativa. Fine
estate dovrei poter riprendere a scrivere e soprattutto a dedicarmi al mio
blog, alle mie collaborazioni e a qualche altra ideuzza carina sempre legata
alla scrittura.
Grazie per la tua disponibilità e gentilezza Caterina, vuoi aggiungere ancora qualcosa?
Vi consiglio di
farmi visita su http://caterinaarmentano.blogspot.com/ il mio nuovo blog su
blogspot. Sono una nomade di Splinder e il mio blog è ancora un cantiere aperto
ma troverete curiosità e novità su Libero arbitrio. Grazie per la splendida
intervista.
In un paesino della Calabria, un luogo non ben definito,
dove lo spazio simbolico prevale su quello reale, inizia l'intreccio delle vite
di alcune donne che vivono nello stesso condominio. Loro si aiutano, si odiano,
si invidiano, fanno comunella tra loro.
Ogni donna ha una caratteristica ben specifica: Miriam desidera partecipare ad “Amici” nonostante abbia superato l’età e digiuna se Gigi d’Alessio tradisce la moglie. Gianna abortisce di nascosto dal marito perché non desidera più avere figli. Cosima è convinta di meritare un marito dittatore e crudele e non si rende conto che sua figlia, adolescente, ha una vita sessuale attiva e usa spesso la pillola del giorno dopo. Raffaella vive sempre storie sbagliate perché desidera al più presto sposarsi. Marianna non accetta le convenzioni di una società che la vorrebbe sposata e accasata con un ragazzo che lei non ama.
Questi frammenti di vita sono il contorno della vera storia, raccontata da Rebecca, colei che porta in seno la maledizione che le fa perdere i figli prima che nascano. Rebecca narra la vicenda di Ester, la sua migliore amica, colei che vota la sua vita a un sogno che l’ha travolta e perseguitata per tutta la vita: in una notte catartica e senza luna, a Ester sembra che le membrane del tempo si siano squarciate, offrendole la possibilità di sbirciare nel futuro e consentendole di vedere il volto della sua futura bambina. Ma si accorgerà ben presto che questa meravigliosa visione resterà ciò che era, cioè un sogno e che, al contrario, la realtà ha in serbo per lei un tragico finale.
Ogni donna ha una caratteristica ben specifica: Miriam desidera partecipare ad “Amici” nonostante abbia superato l’età e digiuna se Gigi d’Alessio tradisce la moglie. Gianna abortisce di nascosto dal marito perché non desidera più avere figli. Cosima è convinta di meritare un marito dittatore e crudele e non si rende conto che sua figlia, adolescente, ha una vita sessuale attiva e usa spesso la pillola del giorno dopo. Raffaella vive sempre storie sbagliate perché desidera al più presto sposarsi. Marianna non accetta le convenzioni di una società che la vorrebbe sposata e accasata con un ragazzo che lei non ama.
Questi frammenti di vita sono il contorno della vera storia, raccontata da Rebecca, colei che porta in seno la maledizione che le fa perdere i figli prima che nascano. Rebecca narra la vicenda di Ester, la sua migliore amica, colei che vota la sua vita a un sogno che l’ha travolta e perseguitata per tutta la vita: in una notte catartica e senza luna, a Ester sembra che le membrane del tempo si siano squarciate, offrendole la possibilità di sbirciare nel futuro e consentendole di vedere il volto della sua futura bambina. Ma si accorgerà ben presto che questa meravigliosa visione resterà ciò che era, cioè un sogno e che, al contrario, la realtà ha in serbo per lei un tragico finale.
Si può regolare le scelte di vita in base ad un sogno?
Dove trovare la forza di ribellarsi allo stereotipo che ci hanno cucito addosso o che abbiamo scelto di vivere?
Quando le scelte di vita non sono più dettate dai propri desideri ma da quelli del personaggio che viviamo?
Nonostante sia scritto in prima persona e quindi dal punto di vista di Rebecca, il romanzo riesce a raccontarci tutti i diversi modi di vedere (e vivere) la vita di queste donne. Un po’ ovviamente la voce narrante è anche la più equilibrata, colei che porta tutti alla ragione, o almeno ci prova. Ma non poteva essere di certo negativo il personaggio della voce narrante.
Lo stile di Caterina è buono, non annoia e comunica l’atmosfera delle chiacchierate tra amiche, che parlano delle vicine e delle conoscenti, pur senza la malizia del pettegolezzo.
Dove trovare la forza di ribellarsi allo stereotipo che ci hanno cucito addosso o che abbiamo scelto di vivere?
Quando le scelte di vita non sono più dettate dai propri desideri ma da quelli del personaggio che viviamo?
Nonostante sia scritto in prima persona e quindi dal punto di vista di Rebecca, il romanzo riesce a raccontarci tutti i diversi modi di vedere (e vivere) la vita di queste donne. Un po’ ovviamente la voce narrante è anche la più equilibrata, colei che porta tutti alla ragione, o almeno ci prova. Ma non poteva essere di certo negativo il personaggio della voce narrante.
Lo stile di Caterina è buono, non annoia e comunica l’atmosfera delle chiacchierate tra amiche, che parlano delle vicine e delle conoscenti, pur senza la malizia del pettegolezzo.
Non conosco Caterina Armentano e non ho letto nulla dei suoi scritti, ma sono molto interessata a questo libro. Mi ha incuriosito anche il titolo e mi sto chiedendo perché?
RispondiEliminaMi piacciono le storie di amiche-rivali, o comunque donne in comunità e le loro interazioni, le donne possono avere grandi slanci di generosità o essere veramente cattive...
Mmmm... metto in lista...